Sergio Limonta
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La Famiglia Di Padre Cesare Albisetti
(1950)
La Famiglia Di Padre Cesare Albisetti
Persone
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Aggiornata 5 anni

La Famiglia di Padre Cesare Albisetti Si sa che tra Giuseppe Bravi (1808-1875) e Cesare Albisetti (1826-1886), vi è un buon rapporto d’amicizia e collaborazione professionale, poiché Giuseppe è il primo deputato (sindaco) di Terno, Cesare è l’appaltatore comunale. Amicizia e condivisione anche politica, poiché entrambi sono cattolici-liberali. Naturalmente il Cesare Albisetti di cui stiamo parlando, figlio d’Antonio e Francesca Pagani, è il nonno del più noto Padre Cesare che morirà nel 1977 a Sangradouro nel Mato Grosso come missionario, scienziato ed etnologo di fama internazionale o, più sobriamente, come “il più Bororo dei civilizados”. Siamo dunque in epoca d’occupazione austriaca, al tempo del Lombardo-Veneto (1814-1859). Ma se le informazioni sulla famiglia di Giuseppe Bravi, definita con il soprannome “Morando”, sono infinite, poiché il suo trapianto a Terno da Volpera risale alla fine del’600, quelle degli Albisetti sono scarse, giacché presente in Terno solo dalla metà dell’Ottocento. Pertanto, iniziamo con uno scritto datato 1853 dallo stesso capostipite Cesare, nel quale si percepisce la provenienza elvetica, ma anche la sofferenza per il forzato rimpatrio, in quanto non cittadino dell’Impero, seppur dopo circa trent’anni di residenza nel Lombardo-veneto: “Sino all’età d’anni otto con mio padre muratore, come lo sono io di presente, dimoravo per la maggior parte dell’anno nel circondario di Bergamo. Giunto all’età di essere iscritto alla coscrizione, fui esentato perché presi moglie in Terno, dove dimorai per più di sedici anni e mi collocai presso il padre di mia moglie Battista Scotti, colla mia assistenza alla famiglia, perché sgraziata con ammalati. Per disposizione sovrana, fui costretto a sloggiare da Terno, abbandonando la famiglia Scotti e mia moglie in uno stato deplorabile, che è tuttora inferma. Perciò il sottoscritto osa umilmente chiedere che sia dichiarato suddito austriaco per essere utile colla sua assistenza alla famiglia Scotti e di sollievo all’ammalata sua moglie. Cesare Albisetti. Carrobio Inferiore. Confederazione Svizzera. 10 luglio 1853”. Naturalmente, per risolvere la problematica questione di cittadinanza o d’opportuna “sudditanza”, Cesare si appella a Giuseppe Bravi. L’intervento del Sindaco presso l’austriacante Deputazione provinciale, facilitato dal fatto che Carlo Giuseppe Marra di Terno “Scrittore presso la Ill. Regia Delegazione di Bergamo” e “Reale Impiegato di Bergamo e Tesoriere nel Comune di Terno“ossia, funzionario presso la massima istituzione provinciale di Bergamo del lombardo-veneto, nonché zio della moglie di Cesare Albisetti, smuove le acque, poiché il 15 dicembre giunge in Municipio un “comunicato riservato” al Primo deputato. Dopo aver letto il documento, Giuseppe Bravi informa i parenti di Cesare Albisetti e invia in Confederazione Svizzera l’ottenuta cittadinanza del Regno di Lombardia all’amico, che così può tornare a Terno nella famiglia patriarcale del suocero. In questi anni Giuseppe Bravi è anche “cassiere” della Fabbriceria San Vittore con il calzolaio Giovanni Battista Scotti (1796-1869), il suocero di Cesare Albisetti, il quale, oltre ad avere in casa i figli, Paolo e Maria (1833-1881), ospita anche il fratello Carlo e l’anziana madre Maria Marra. Dal 1850, oltre a fratello e madre vedova, Giovanni Battista aveva accolto in casa tre piccoli figli orfani della famiglia Mazzola di Carvisi. Lo Scotti è coniugato con Maria (1809-1872): una benestante della famiglia Taramelli, la quale è proprietaria di terre agricole, boschi, abitazioni lungo via Mercato e un negozio di pizzicagnolo in piazza. Dunque, anche l’antica e religiosa famiglia Marra di Castegnate è consanguinea con il noto salesiano Padre Cesare Albisetti, sia da parte della madre sia del padre, poiché la citata Maria Marra, classe 1768, è la madre di Giovanni Battista Scotti, bisnonna di Paolo Albisetti (1860-1947), che è il padre del Missionario Altra Maria Marra, classe 1795, figlia di Giuseppe, che è fratello della precedente Maria, zia del garibaldino Carlo Luigi Marra, abitanti di fronte all’oratorio di San Rocco, sposa Paolo Galbusera (1801-1872) di Cesare ed è la bisnonna dell’illustre Salesiano. Nel settembre 1859 Garibaldi lancia l’iniziativa di raccogliere fondi per l’acquisto di un milione di fucili per i suoi garibaldini in attesa di liberare il Sud d’Italia. La sottoscrizione, alla quale vi partecipano soprattutto i mazziniani, procede positivamente. I bergamaschi rispondono raccogliendo 35.225,96 lire. Anche i cittadini di Terno, sia d’area liberale sia democratica, contribuiscono in diversa misura. Tra loro, oltre a Giuseppe Bravi e Battista Scotti, troviamo: “Albisetti Cesare capo mastro 1,24”. Il giovane Cesare Albisetti, quando giunse a Terno, dimorava dunque in Casa Scotti, lo stabile tuttora presente all’inizio di Via Milano, poiché aveva sposato la figlia dello Scotti. Dopodichè, nel 1861, acquisterà dalla famiglia di Giacomo Rocchi, emigrata a Mapello, la palazzina colonica adiacente, oltre il Vicolo Centurelli, dove nel 1888 vi nascerà il futuro Padre Cesare. Tale palazzina, costruita all'inizio dell’Ottocento, porta oggi una lastra marmorea per ricordare l’evento natale.