Tutti i colori del mago Zurlì

Per cominciare, era bellissimo. Del mago Zurlì ricordo per prima cosa questo, il volto, d’una bellezza che al bambino che ero pareva perfetta e mi ricordava quella di Zoff.

Zoff però non rideva, mai, concentrato nella sua divisa nero notte ad impedire che il pallone oltrepassasse la linea bianca della porta, mentre il mago Zurlì sorrideva spesso, bonario, simpatico, ammiccante. Al costume invece - compresa la calzamaglia, che ora invece salta subito all’occhio - non facevo caso: era un mago, normale si vestisse così, con le maniche a sbuffo, il corpetto attillato, il mantello, quel costume da paggio, coloratissimo, d’arancione e d’azzurro. I colori non si potevano riconoscere, essendo un mondo d’immagini in bianco e nero, ma i bambini hanno pure questo dono, di vedere i colori quando non ci sono.

Il mago Zurlì  entrava a casa nostra una volta l’anno, verso Pasqua, presentandoci lo Zecchino d’oro , con spalla il fido Richetto, che era anche la voce al Topo Gigio (ma questo allora non lo sapevo), e canzoni che poi finivano su disco e ascoltavo all’infinito. Il mio preferito era Il caffé della Peppina, quello che non si beve alla mattina, né col latte, né col thè, ma perché, perché, perché… Toglievo quel tondo perfetto di plastica dalla copertina bianca bucata al centro, infilandolo nel mangiadischi color arancio. Una, due, tre volte, dieci. Sempre la stessa musica, alternata con le fiabe sonore di “a mille ce n’è”  e le storie di Cocco Bill.

Il mago Zurlì è stato l’eroe buono della mia infanzia, insieme a Lassie, Zorro, Pippicalzelunghe, Rusty e Rin Tin Tin. Più tardi, diventato ragazzo, scoprii che in realtà si chiamava Cino Tortorella ed era un autore e regista, ma per me è rimasto sempre il mago Zurlì, lo stesso mago Zurlì che evidentemente - a giudicare dalla fotografia di Storylab  - si esibiva fuori dallo schermo, dal vivo, per quei pochi eletti che frequentavano posti alla moda, come San Pellegrino.

Alla moda San Pellegrino vuole tornare, considerato che l'acqua da cui prende il nome resta una delle più pregiate sulle tavole da Mozzo a New York e che nei giorni scorsi ha inaugurato le terme rinnovate. Non basta. In Regione è stata depositata la richiesta per riaprire il casinò, che godette di fasti illustri e che potrebbe rappresentare oltre il passato anche il futuro. Più arduo che invece si faccia vivo di nuovo Cino Tortorella vestito da mago Zurlì.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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