Fucili imbracciati

Liberazione. Insurrezione. Resistenza. Parole parole parole.

Parole che rischiano con il passare del tempo di restare vuote e di pomparsi di retorica o edulcorarsi in una macchia a tinte sbiadite, senza distinzione di bordi, con il ricordo che diventa via via eco attutito di vaghi fatti.

Invece la resistenza, l'insurrezione, la liberazione sono state un tuono potente, strappi di cuore, lacrime e botte e sangue, notti insonni e nervi tesi e fucili imbracciati (come mostra cruda essenziale e stupenda questa immagine), colpi sparati, gesti d'amore estremi, viltà esasperate, padri contro figli, figli contro padri.

Tra pochi giorni, il 25 aprile, ricorderemo i settant'anni dalla Liberazione. Storylab nella prossima settimana raddoppierà i post su questo blog, presentando oltre "la foto del giorno" anche un'immagine riguardante quei momenti.

Perciò saremo grati a chi volesse aiutarci a ricordare meglio attraverso la realtà degli scatti, mandandoci fotografie, storie, racconti, testimonianze.

Settant'anni posso essere pochi o moltissimi o anche il tempo giusto per guardare ai fatti, non per giudicare - che i processi sono già stati fatti e i protagonisti sono ormai morti tutti - bensì per ricordare a noi stessi che la storia si ripete anche se non è mai uguale e che anche se è difficile distinguerla c'è sempre una parte più giusta e una più sbagliata da scegliere.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

Attenti alle zebre

Nelle loro scarpe

Largo Belotti Bergamo