Via Frizzoni e il pudore di una volta

La verità, vi prego, sul pudore. Di quest'immagine dalla prospettiva ampissima, che pare tracciata con goniometro e righello da un allievo modello del corso di architettura, non ci incuriosisce il corso del canale, né il cavallo stracco e il carretto dalle ruote giganti, sulla sinistra, né la ringhiera spartana, né le costruzioni su una riva e pure di quelle sull'altra.

No. Di questa immagine di via Frizzoni, "dall'angolo di via Borgo Palazzo verso la torre del Galgario" catturano la nostra attenzione quei quattro scarni pannelli posti a protezione del vespasiano e più ancora la copertura che lo sormonta, parziale riparo dagli sguardi indiscreti e dalle intemperie, dal sole quanto dalla pioggia. Una struttura niente affatto banale, quasi ricercata, per funzioni corporali ora ritenute privatissime, mentre un tempo avevano ancora una dimensione pubblica (ed è ben strano, a pensarci, che questa nostra epoca che pare non avere vergogna di nulla sottoponga a censura ciò che dopotutto è normale, secondo natura).

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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