Togliamoci il cappello

L'immagine è del secolo scorso, ma in tempi in cui i cambiamenti non avvenivano precipitosi quanto adesso lo scenario era lo stesso pure anni addietro, fors'anche nel Medioevo. Ed è lì, in quel tempo di mezzo tra l'antico e il moderno, che veniamo trasportati d'un botto osservando quella pieve, quella porzione di chiostro, quella torre campanaria e soprattutto la riva scoscesa e il vallone che si apre tra i boschi, come uno squarcio.

Gli occhi trattengono quella porzione di paesaggio e alle orecchie pare di sentire i rintocchi del battacchio di bronzo, il richiamo alla lettura dei vesperi, i salmi e gli inni intonati dai monaci, il rumore della cote sulla falce dei contadini che a maggio tagliavano i prati, le grida dei bambini, i rimbrotti delle nonne... Prima che la Rosa avesse un nome c'era tutto un mondo attorno, evocato da questo scatto che pare un dipinto.

"E' il Santuario della Madonna della Torre - spiega con dovizia di particolari Andrea Pellegrinelli - La montagna sullo sfondo a sinistra è quella di Bossico, il paese nel fondo valle è Sovere". E a noi, semplici contabili di tanta meraviglia, non resta che toglierci il cappello, se ne avessimo uno, riconoscenti verso tutte le generazioni di uomini che ci hanno preceduto, plasmando la terra e lo spirito.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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