La legge del tempo

Aveva un nome bellissimo, leggendario: albero della Libertà, ma la gente lo chiamava più semplicemente "il piantone di Cavernago". Un platano enorme, che dominava quasi a proteggerle con le proprie fronde le case attorno e si stagliava lontano, a chilometri di distanza, in quella porzione di pianura alle falde di Bergamo. Per cingerne la circonferenza, alla base, occorreva una mezza dozzina d'uomini ed anche per questo sembrava discendente di un tempo preistorico, quando i giganti abitavano i sogni dei bambini e facevano perdere il sonno. 

Profonde le radici e saldi i rami contro il vento, sembrava durare in eterno, invece anch'esso era soggetto alla legge del tempo, che poco a poco ne guastò il tronco, tanto che a metà degli anni Settanta del secolo scorso dovettero abbatterlo (come testimonia la fotografia gentilmente concessa al Comune e a Storylab da Giovanni Pedrini). Da allora il paese è orfano e in lutto lo siamo anche noi, pur se la natura insegna che non bisogna piangere a lungo, poiché per un albero che cade migliaia crescono, gemmano, fioriscono. E' il prodigio della vita, più forte della morte, ogni giorno.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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