A spasso nei luoghi de I Promessi Sposi

"E stando così fermo, sospeso il fruscìo de' piedi nel fogliame, tutto tacendo d'intorno a lui, cominciò a sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d'acqua corrente. Sta in orecchi; n'è certo; esclama: - è l'Adda! - Fu il ritrovamento d'un amico, d'un fratello, d'un salvatore..."

Abbiamo lasciato ieri il muricciolo che pareva quello dei Bravi, chiudiamo il cerchio oggi, con un'immagine che ritrae il fiume che separa i territori di Bergamo e Milano, quella lingua d'acqua che taglia la Lombardia in verticale e che qui scorre liscia, placida, quieta. L'esatto contrario dello stato d'animo in cui si trovava il povero Renzo, in una delle pagine più intense ed attuali del Manzoni, che seppe dipingere perfettamente il tumulto di ogni essere umano quando lascia la propria terra e per salvarsi affronta l'ignoto. Sarà una barca a fare attraversare il Tramaglino, una barca completamente diversa da quei relitti che fanno da spola ai giorni nostri nel Mediterraneo, mentre identica è la forma del cuore e il colore del sangue in colui che ieri come oggi chiamiamo "profugo".

P.S. Il fiume Adda è il medesimo, anche se ovviamente non c'era al tempo dei I Promessi Sposi né ponte di cemento tra Capriate e Trezzo, né i comignoli che si scorgono ancora più lontano.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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