Tutti in coda appassionatamente

C'era un'Italia in coda anche negli anni Cinquanta e Sessanta, pure se non ce lo ricordiamo. In molti casi addirittura era peggio, perché nel corso degli anni sono aumentate le automobili e i camion, ma sono state altresì costruite rotatorie, svincoli, strade, anche se questo lo dimentichiamo. 

Prendiamo l'autostrada, ad esempio, che per buona parte da Bergamo e Milano e viceversa è stata ampliata e in più da qualche mese c'è la Brebemi, ma ora che ci sono diamo tutto per scontato.

La nostra tesi - una tesi ardita, lo ammettiamo - è che le cose non siano peggiorate, semmai è il grado di sopportazione e di pazienza che si è assottigliato.

Comunque sia, torniamo a capofitto su questa immagine di Porta Sant'Agostino, in ingresso a Bergamo Alta, uno degli imbuti che resiste tuttora. Il filobus, la Cinquecento, la Topolino e il Lupetto e la Millecento (sono una Topolino e un Lupetto e una Millecento?) restituiscono d'un colpo l'idea di un mondo antico e più ordinato. Un ordine che però è più nella nostra testa, con la memoria che sfalcia le barbe bianche e appiana le rughe assai meglio del botulino.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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