Pierina Manera, la venditrice di caldarroste

Quante persone incrociamo per strada mentre camminiamo senza nemmeno alzare lo sguardo? Centinaia, migliaia forse; ma alcuni volti e alcune presenze non passano inosservati. Sono stati gli affezionati di Storylab, con i loro commenti, a ritrovare un po’ della storia della nostra città nello sguardo e nel duro lavoro di questa donna.

Qualcuno la ricorda già negli anni Sessanta, qualcuno negli Ottanta; per 20 anni (e chissà di quanti non sappiamo) al lavoro, volto rovinato dal calore della brace e sigaretta in bocca, trucco sottobanco per scaldarsi un po’. Chissà in quanti si sono fermati da lei, per un attimo, per uno spuntino. Forse a qualcuno di voi sembra ancora di vederla a quell’incrocio (quello della Coin), mentre si prepara per la giornata, accende il fuoco e prepara le “borole”, o mentre torna a casa la sera.

Nella fotografia di Tito Terzi condivisa con noi da Alessandra Facchinetti, troviamo Pierina Manera, che scandiva le stagioni tra caldarroste ed angurie, in pieno centro. La signora Manera è scomparsa nel 1992, e ancora risveglia tanti ricordi e tenerezza in persone che non le hanno mai nemmeno parlato, o che, forse, hanno avuto la fortuna di conoscerla. Non sappiamo fino a quando ha riscaldato o rinfrescato la nostra gente per le strade, ma è evidente che non è stata dimenticata. Sono le persone a fare la storia, almeno a Bergamo, dove vendere caldarroste in centro ti riserva un posto speciale nei ricordi di tanta gente. 

Monica
Monica Semperboni

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