Nelle loro scarpe

Il mercato delle scarpe, nella provincia che viene ricordata tuttora per l'albero degli zoccoli, non poteva che essere centrale.

"Luogo di convergenza delle le strade provenienti da est (Venezia) e da sud (Milano), oggi punto di accesso per i turisti che giungono in città alta salendo da porta Dipinta, da Porta San Giacomo, o dalla stazione della funicolare. Sin dal medioevo si caratterizza come centro vitale dell’economia cittadina sia per le numerose attività commerciali, sia per la presenza del mercato nundinario. Nel 1430 la piazza viene adibita alla vendita di sotulares cioè delle scarpe, da cui deriva la sua attuale denominazione. Tra gli edifici prospicienti la piazza quello di maggiore spicco è la stazione superiore della funicolare, costruzione tardo medievale un tempo sede del Consorzio dei Calzolai e dei Macellai, mentre di fronte è l’edificio medievale a botteghe con portico detto degli Orefici. All’angolo con via Rocca è possibile riconoscere il campanile e l’affresco di Madonna col Bambino dell’ex chiesa di San Rocco. Sotto il livello della piazza, è presente una cisterna d’acqua costruita nel XV secolo per l’approvvigionamento idrico delle abitazioni e ancora oggi in uso" recita la presentazione classica.

Noi invece ci accontentiamo dell'emozione che suscita immedesimarsi lì, cento e passa anni or sono, in una Bergamo che già non era più quella delle consorterie, ma neppure la città aperta e internazionale che conosciamo ora, senza barriere doganali interne né cancelli o recinzioni per accedere alla Città Alta.

Recita un proverbio pellerossa: "Prima di giudicare gli altri devi camminare tre lune nei loro mocassini". Anche per giudicare il passato occorre lasciare le nostre scarpe e mettersi in quelle di chi c'era.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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