L'ultimo carretto

Ci storie che sono contento di scrivere e altre che vorrei conoscere, sapere a memoria, stamparmele a mente per poterle a mia volta raccontare. Quella del carretto che percorreva le vie di Bergamo fino agli anni Ottanta è una di queste.

La città era già cambiata, si era modernizzata, non c'era più traccia di un passato senza i motori a scoppio, le auto, le motociclette sfreccianti per le strade. Al centro della scena un cavallo bianco, dal passo stanco, con le orecchie basse, paraocchi, basto di cuoio, stanghe di legno, che traina un carro senza sponde, con le ruote pneumatiche, zeppo di scatoloni e con seduto un uomo con il cappello, in apparenza anch'egli stracco come il cavallo.

"Forse siamo intorno alla metà degli anni 70. Bellissima! Io mi ricordo un carretto che trasportava tabacco e generi di monopolio e percorreva tutta la città - commenta Adriano Rosa, che aggiunge - Anche negli anni successivi (e per parte degli anni 80) questo carretto percorreva la città, nell'ultimo periodo trainato da un cavallo nero".

La conferma arriva da Alberto Gandolfi, che ha caricato la fotografia, e che ci ha offerto uno spunto impagabile, pur se mancano molti elementi stuzzicanti. Chi era quell'uomo? Come si chiamava? Da dove veniva? Perché si ostinava a usare il carretto? E il cavallo bianco, quando lo ha lasciato? Che nome aveva? E quello nero?

Domande destinate oggi a rimanere senza risposta. Per ora. Fino a che qualche buon cuore aggiungerà su Storylab un altro tassello di memoria.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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