Lo stupore del colore, lo stupore di Bergamo

Nel regno del bianco e nero apriamo di rado la porta al colore, ma quando accade stupore si somma a stupore, consegnandoci l'immagine di una città da fiaba, a metà tra realtà e leggenda.

Di questa foto - tratta dall'inesauribile archivio Wells e scattata presumibilmente alla fine degli anni Settanta, d'inverno o principio di primavera - ci incantano un paio di dettagli. 
Il primo è il vialone senza asfalto, pavimentato alla maniera antica, forse un poco sconnessa e rumorosa ma assai più amena e nobile, intonata alla città che da essa viene attraversata, come una vena. Il secondo invece è il cielo, "quel Cielo di Lombardia, così bello quand'è bello, così splendido, così in pace" come lo descriverebbe il Manzoni, d'un azzurro terso allo zenith, ma candido di nubi lungo il profilo di Bergamo Alta e delle montagne all'orizzonte, quasi che le nuvole fossero una corona, un'aureola.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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