Il bello del calcio

Nino non aver paura di sbagliare un calcio di rigore, non è da questi particolari che si giudica un giocatore, né una squadra - potremmo aggiungere noi - che prende sette gol tutti insieme. 

Archiviamo così la domenica della delusione atalantina, ricordando che il bello del gioco del pallone va oltre i risultati, gli stadi, le maglie, i calzettoni e i soldi. Il bello del calcio è il calcio in sé, quella miscela di abilità e fortune che sorprende sempre e appassiona milioni di persone, che lo guardano e, ancor meglio, lo giocano.

Poco importa se a San Siro, in diretta tv e di fronte a sessantamila spettatori e con un terreno da gioco in perfette condizioni o come vediamo qui, su un campo di terra battuta, con tutte maglie diverse e porte improvvisate, all'orfanotrofio di via Santa Lucia a Bergamo. Anzi, è più qui che a San Siro che Nino con le sue "scarpette di gomma dura" può dimostrare altruismo, coraggio e fantasia. Tre aggettivi che calzano a pennello anche per la mai abbastanza osannata Atalanta.

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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