I bambini di una volta

Schilpario, valle di Scalve, primi anni del Novecento. Sembrano bambole, a rivederli ora, o personaggi del presepe, con i loro copricapi in testa, le piccole gerla, gli abiti da adulti in quei corpi minuti di bimbi, i piedi scalzi.
Una poesia che tuttavia per essere tale deve dimenticare gli stenti, i sacrifici, le ristrettezze con cui si doveva fare i conti allora, per diventare grandi, senza la ricchezza e gli agi che ci sembrano naturali ora. Infatti basta guardarli negli occhi, quei "monelli" che monelli non erano, per accorgersi della loro vita agra. Un crescere con la cinghia tirata che limava i sorrisi, pur se non li cancellava (perché in qualsiasi tempo, in qualsiasi circostanza, un bambino conserva la sua capacità di buon umore, di scovare un appiglio per la scintilla di una risata).

Giorgio
Giorgio Bardaglio Giornalista

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